Nota d’introduzione
di Gianfranco Lauretano
Nel 1913, quando il mondo intero stava per fare un doppio salto nel vuoto, trascinato dalla guerra mondiale e dalla Rivoluzione, a San Pietroburgo un gruppo di poeti si inseriva autorevolmente nella letteratura russa, rompeva i legami con il simbolismo tra Otto e Novecento, alla ricerca di un realismo autentico e concreto, mosso dalla volontà di raggiungere l’acme delle cose, toccare la loro essenza. Di quel gruppo facevano parte Sergej Gorodeckij, Nikolaj Gumilëv, Anna Achmatova e Osip Mandel’štam.
Quello stesso anno Mandel’štam dava alle stampe la sua prima raccolta di versi, La pietra. La sua poesia è intrisa di sentimenti primari, oggetti, viandanti, specchi, dita che scivolano sulla superficie del mondo e sulla carne. I suoi versi sono pietre levigate, limate con tenacia e sapienza. Il suo è un gesto poetico netto, puro, indomabile. Continua a leggere



Lo sguardo oltre il fango, (dal 28 febbraio al 5 marzo 2017 al Sala Uno Teatro San Giovanni di Roma, Via di Porta San Giovanni, 10), liberamente ispirato al best seller di John Boyne “Il bambino con il pigiama a righe” dal quale è stato tratto un omonimo film nel 2008, è nato da un’idea del compositore Simone Martino e del giovane poeta Lorenzo Cioce. Lo spettacolo si sviluppa in due atti e il cast è formato da dodici artisti che si esibiscono dal vivo (live) accompagnati da un terzetto di archi. I dialoghi sono tratti da documenti storici e raccontano la storia di Ziva, una ragazza ebrea polacca di undici anni, deportata con la famiglia in un campo di sterminio durante la seconda guerra mondiale. In quel campo la ragazza incontra il coetaneo tedesco Peter, figlio del comandante SS del lager. Tra i due nasce una forte sintonia che si trasforma in amore e annienta qualsiasi differenza fra loro e lascia spazio solo al sogno di una vita condivisa fra disperazione e con uno sguardo rivolto al futuro.