Nei territori dell’insonnia

Cindy Lynn Brown, foto d’archivio

di Giovanni Agnoloni

Cindy Lynn Brown è una poetessa bilingue danese-americana, oltre che un’autrice di romanzi e una traduttrice. È laureata in Letteratura e Scrittura creativa. È stata tradotta in numerose lingue e ha partecipato a festival letterari in tutto il mondo. Personalmente, ho avuto il piacere di conoscerla e di iniziare ad apprezzare il suo lavoro durante l’edizione del 2015 del festival di poesia “Lyrik”, da lei organizzato a Odense (Danimarca). Le sue poesie che oggi vi propongo in una mia traduzione dall’inglese sono tratte dalla silloge Dealbreaker (Forlaget Spring, 2017), imperniata sul tema dell’insonnia, di cui lei purtroppo soffre da anni. Com’è stato giustamente osservato, si tratta di testi caratterizzati da una musicalità intima e raccolta, capace di condurre negli stati mentali legati all’assenza del sonno e di suggerire – anche attraverso giochi intertestuali e rimandi letterari di vario tipo – percorsi volti alla ricerca della chiave d’accesso a questa dimensione segreta ed essenziale della vita, scrigno del riposo e del sogno. La notte, così, emerge come territorio del paradosso e della (sia pur forzata) meditazione, nonché teatro di un ribaltamento dell’ordine naturale delle cose: ovvero, rifacendoci letteralmente al titolo, si manifesta come il terreno della violazione di un “patto” di normalità – quello per cui, appunto, di notte “si dorme” – con un costo da pagare, certo, ma anche con l’opportunità di cogliere significati, sfumature e sollecitazioni emotive che solo quei momenti di buio domestico sanno regalare.

Il sito di Cindy Lynn Brown è cindylynnbrown.com. Continua a leggere

Premio Internazionale di Poesia “Isabella Morra” 2019

Sibilla Aleramo, foto di archivio

La Casa della Poesia di Monza bandisce la IX edizione del Premio Internazionale di Poesia Isabella Morra, il mio mal superbo.

Il premio, fondato da Antonetta Carrabs, presidente de La Casa della Poesia di Monza, nasce per celebrare Isabella Morra, una delle voci più autentiche della poesia italiana del XVI secolo, pioniera della poesia romantica.

Il Premio viene dedicato, ogni anno, a una poetessa italiana non contemporanea.

La scorsa edizione 2018 è stato dedicato ad AMELIA ROSSELLI, quest’anno va a celebrare SIBILLA ALERAMO (1876 – 1960) poetessa e scrittrice. Continua a leggere

Vincenzo Mascolo, una poesia e “Scovando l’uovo”, (appunti di bioetica)

Vincenzo Mascolo, credits photo Dino Ignani

LE PICCOLE ROSE

Verrà il tempo, mi dici,
che torneranno a fiorire le piccole rose
che abbiamo legato ai nostri balconi
con un filo di rame sottile, per tenerle al sicuro dal vento.
Verrà quel tempo, mi dici,
e allora di primo mattino
le scioglieremo ad una ad una dal filo
e resteremo a guardare che si dischiudano al sole.
Ci sarà un tempo, ti dico,
per tutte le cose,
anche per vedere sbocciare e poi sfiorire di nuovo
le nostre piccole rose. Continua a leggere

“Spleen”, nella traduzione di Giovanni Raboni

Charles Baudelaire, Poesie e prose, a cura di Giovanni Raboni, Mondadori, Milano, 1973

Spleen

Quando, come un coperchio, il cielo basso e greve
schiaccia l’anima che geme nel suo tedio infinito,
e in un unico cerchio stringendo l’orizzonte
fa del giorno una tristezza più nera della notte;

quando la terra si muta in un’umida segreta
dove, timido pipistrello, la Speranza
sbatte le ali contro i muri e batte con la testa
nel soffitto marcito;

quando le strisce immense della pioggia
d’una vasta prigione sembrano le inferriate
e muto, ripugnante un popolo di ragni
dentro i nostri cervelli dispone le sue reti,

furiose a un tratto esplodono campane
e un urlo tremendo lanciano verso il cielo,
così simile al gemere ostinato
d’anime senza pace né dimora.

Senza tamburi, senza musica, dei lunghi funerali
sfilano lentamente nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra,
pianta sul mio cranio riverso la sua bandiera nera. Continua a leggere

A)Busi d’esilio

Aldo Busi, foto d’archivio

di Sacha Piersanti

Considerazioni a braccio sulla mutilazione della cultura italiana, o dell’arte del generalizzare.

“Se siete dei velleitari farete il libro giusto al momento sbagliato, se siete dei commercianti abili farete dei libri giusti al momento giusto, se siete degli scrittori farete dei libri sbagliati al momento giusto, se siete dei geni farete dei libri sbagliati in un momento qualsiasi.

Siate suicidali, il resto viene da sé.”

(Aldo Busi, “Sodomie in corpo” 11, 1988)

La certezza che il grande capolavoro, snobbato, eluso, misconosciuto: rimosso dalla sua contemporaneità verrà valorizzato, cioè semplicemente letto, in un futuro più o meno remoto, è ben poca cosa di fronte alla consapevolezza che sarebbe un’Italia diversa, questa, se l’opera di Aldo Busi, da quarant’anni su carta ma da quarantamila almeno nel DNA umano, fosse stata adeguatamente recepita. Sarebbe un’Italia diversa perché diversi sarebbero gli Italiani che la parlano, la lingua italiana – che cos’è, infatti, l’etica civile se non il riflesso politico dell’estetica del linguaggio? Continua a leggere