Carol Ann Duffy , “Le api”

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A cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti

Con The Bees, Carol Ann Duffy si allinea alla prestigiosa compagnia di poeti che, da Virgilio a Sylvia Plath, hanno tratto ispirazione dalle api, elogiandone la forza e le straordinarie attività, metafore di un ideale modello di creatività e laboriosa coesistenza. Le api, umili e valorose, operaie rassicuranti ma pungenti, fanno da intermittente filo conduttore di questa raccolta che tratta e approfondisce, in toni che vanno dal lirico al sarcastico, dall’intimistico al civile, i temi cari da sempre a Duffy: l’amore, il dolore, la perdita, l’impegno sociale, la guerra, il paesaggio, il ruolo della letteratura come testimonianza e resistenza. Un libro allo stesso tempo orgogliosamente “britannico”, ma anche cosmopolita e disincantato.

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Addio a Maria Luisa Spaziani

foto Si è spenta a Roma il 30 giugno 2014, all’età di 92 anni, Maria Luisa Spaziani, una delle voci più significative della poesia italiana del novecento. Nata a Torino nel 1922, amava definirsi poeta e non poetessa, (lo precisa in un’intervista a Luigia Sorrentino realizzata a maggio del 2011 per Rainews24), ricordando che all’inizio del Novecento le signore che scrivevano poesie, erano “gentili signore” e niente più. La Spaziani era consapevole che il continuo discrimine tra poeti e poetesse ha fatto migliaia e migliaia di vittime tra le poetesse, e forse, ancora ne fa.

Il suo ingresso nel mondo della letteratura risale al 1954, con “Le acque del sabato”. Da allora ha scritto molti libri di poesia, saggistica, traduzione, opere teatrali e narrativa.

Nel 2012 Mondadori ha pubblicato nel Meridiano “Tutte le poesie” la raccolta completa delle sue opere poetiche.

Importante nella carriera della scrittrice, l’ incontro con Eugenio Montale. La Spaziani amava definire la loro relazione, “un’Affettuosa amicizia”, o, più precisamente, “un sodalizio artistico”. Nell’opera “La bufera ed altro” (1956) Montale le dedicò la penultima sezione del libro, “Madrigali privati”. In particolare nella poesia “Anniversario” Montale mette in evidenza la funzione salvifica che ebbe nella sua vita, l’incontro con la Spaziani: “Dal tempo della tua nascita/ sono in ginocchio, mia volpe. / È da quel giorno che sento/ vinto il male, espiate le mie colpe.” […] E’ lei la musa, alla quale il grande poeta genovese, premio Nobel per la letteratura nel 1975, dedicò molte poesie chiamandola “mia volpe”. E non a caso, uno dei temi centrali della poesia di Maria Luisa Spaziani è stato l’amore.
Questa una delle sue poesie preferite.

(Video – Intervista realizzata da Luigia Sorrentino nel maggio 2011)

Io amo amare. Tutta la mia vita
brillò di stelle a sfida d’ogni buio.
Furono pianetini, soli ardenti,
meteoriti, lune, astri, comete.

Di sei uomini il nome mi accompagna,
soavi nomi esotici o di casa.
Astronomi famosi: quale gloria
poter dar dei nomi alle stelle.

di Maria Luisa Spaziani da: La luna è già alta (2006) in Oscar Mondadori Poesie 1954-2006

Roberto Piumini, “I silenziosi strumenti d’amore”

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Roberto Piumini compone un vero e proprio canzoniere amoroso per adulti e lo fa nella classica forma dei sonetti che, nella struttura metrica rigorosamente chiusa, (alla maniera di Patrizia Valduga), raccontano con assoluta naturalezza un amore dei nostri giorni

I silenziosi strumenti d’amore, è un libro edito da Interlinea nella collana “Lyra”  che ha pubblicato autori come Luzi, Adonis, Evtushenko ed Enzensberger. Continua a leggere

“Poeti da riscoprire”, Giovanna Sicari

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Giovanna Sicari

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni con la collaborazione di Luigia Sorrentino

Il dono di sé
Corpo e visione nei versi di Giovanna Sicari

di Gabriela Fantato

Il poeta è colui che grazie ad una speciale disciplina dello sguardo pone un’attenzione assoluta al reale, assumendosi il dolore, la fatica e la responsabilità di tale sguardo, scrive Cristina Campo ne Gli Imperdonabili . Il poeta ha «stile», continua la scrittrice, in quanto ha «una virtù polare, grazie alla quale il sentimento della vita sia nello stesso tempo rarefatto e intensificato». Il vedere, infatti, è per il poeta un percepire il reale con tutto se stesso, scorgendovi senso e ordine. Ecco perché nel leggere l’opera di un poeta come Giovanna Sicari si sta iniziando un’avventura e bisogna accettare il fatto che ogni approccio possibile, ogni lettura critica appartiene totalmente alla propria radicale relatività, a uno spazio di fatalità e smarrimento. La poesia non consente mai «gesti di superiorità», annotava acutamente Cesare Viviani . Forse l’unico modo perché vi sia « l’incontro con lo straniero” , ossia con l’autore o l’autrice, è porsi in ascolto totale : solo così si potrà tentare una lettura che sia adesione appassionata alla parola poetica. La lettura di un’opera poetica infatti non è mai spiegazione logico-dimostrativa, ma capacità “quasi fisica” di vicinanza alla potenza e nudità della lingua di poesia. Continua a leggere

Addio allo scrittore Alberto Bevilacqua

L’Italia ha perso oggi, 9 settembre 2013, uno dei suoi grandi autori contemporanei: Alberto Bevilacqua. Aveva 79 anni. Lo scrittore, regista e sceneggiatore, nonché poeta e giornalista era ricoverato da undici mesi nella Casa di Cura Villa Mafalda di Roma,  dove è deceduto questa mattina alle ore 10.10 in seguito ad un arresto cardiocircolatorio.

Nei mesi scorsi la sua compagna Michela Miti aveva denunciato la clinica, presentando un esposto alla Procura di Roma, in quanto secondo lei Bevilacqua sarebbe stato trattato come un ostaggio senza possibilità di essere trasferito in una struttura pubblica.

Lo scrittore era nato a Parma nel 1934. “Una città – ha scritto Bevilacqua sul suo sito – che è sempre stata divisa in due parti nette, separate da un torrente: la parte degli eredi delle grandi aziende e dei duchi, oggi dei ricchi, titolari dei grandi capitali del mondo economico, e l’Oltretorrente, dove sono nato io, un quartiere povero, specialmente quando ero bambino, ma ricco di genialità. Qui ho assimilato i primi scontri sociali, le prime infamie razzistiche. L’Oltretorrente era di marca anarchica, mentre l’altra parte era bianca, di marca opposta”.

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