Franco Buffoni, “Betelgeuse e altre poesie scientifiche”

Franco Buffoni

IL NOSTRO ANTENATO PIU’ ANTICO

Sì è la presenza della bocca
E dell’intestino
Ad essenzialmente definirci
Come organismi bilaterali,
E’ l’Ikaria wariootia il nosto
Antenato più antico.
Ritrovato tra i fossili australiani
cinquecento milioni d’anni fa già presentava
Due aperture connesse da un tratto digerente
Il fronte e un retro.
Sono venuti pesci anfibi
Rettili e mammiferi.
Dunque anche noi.
L’Ikaria è un verme.
Noi, forse, un glitch.

ANTIMATERIA IN EXCELSIS

Uno dei misteri della fisica
È capire perché dopo il Big Bang
Sia caduta l’originale simmetria
Tra materia e antimateria,
Perché abbia prevalso la materia
E dove l’antimateria sia finita,
Perché non vediamo le anti-stelle
E le anti-galassie.
Un’esigenza manifesta
Già nel Dante delle simmetrie
E della regolarità,
Neutrini e antineutrini
Come i beati del cielo della Luna
Rispetto a quelli del cielo di Saturno.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

AI si sa è una sigla
E quando lessi che prossimamente
Si procederà al primo esperimento
D’inserimento nel cervello umano
Di un dispositivo atto a consentire
Una forma di simbiosi,
Restai perplesso.
L’obiettivo, lessi ancora,
È di creare un’interfaccia cerebrale
Facendo in modo che i nostri neuroni
Siano collegati a un’estensione.
Questa volta condanno e con forza,
Pensai, finché non lessi che potrebbe
Compensare lesioni cerebrali
Consentendo ai paraplegici
Di tornare a camminare. Continua a leggere

“Una scontrosa grazia”, il Festival di poesia

CO M U N I C A T O   S T A M P A

 IL FESTIVAL

dal 2015 incontri di Poesia e Letteratura

Domenica 12 dicembre, palazzo Gopcevich, Trieste dalle ore 10 alle ore 19

Domenica 12 dicembre, dalle ore 10 e per tutto il giorno, il noto ciclo di incontri triestino della Samuele Editore e diretto da Alessandro Canzian, Federico Rossignoli, Mario Famularo e Carlo Selan, diventa un Festival presso il prestigioso Palazzo Gopcevich. Una novità che nasce dalla consapevolezza del periodo ancora complesso in cui versiamo e dalla comunione d’intenti che ha visto la cooperativa campana AltreVoci, il Comune di Trieste, Lets Letteratura Trieste, Samuele Editore e ZufZone insieme per un importante momento poetico.

“Una Scontrosa Grazia” nasce a Trieste nel novembre 2015 come ciclo di incontri organizzato a cadenza bimensile presso la libreria Mondadori di via Cavana. Spostatosi poi presso la libreria Ts360, è diventato un ciclo online durante la pandemia per tornare, il 12 dicembre 2021, in presenza presso Palazzo Gopcevich in forma di Festival. Una tradizione di dibattiti e confronti che ha portato nelle librerie della città giuliana i migliori poeti italiani e internazionali come Alberto Toni, Claribel Alegria, Franco Buffoni, Giovanna Rosadini, Gian Mario Villalta, Mary Barbara Tolusso, Claudio Grisancich, Pasquale Di Palmo, Vincenzo Mascolo, Gabriella Musetti, Nicola Vitale, Lucianna Argentino, Flaminia Cruciani, Stefano Simoncelli, non dimenticando i più giovani come Matteo Bianchi, Erminio Alberti, Miljana Cunta, Giovanni Turra, Domenico Cipriano, Roberto Cescon, Fabio Michieli, Marco Amore. Mentre, durante il lockdown, ha proposto dialoghi con Maurizio Cucchi, Alessandro Agostinelli, Marco Bini, Rosaria Lo Russo, Beppe Cavatorta, Umberto Piersanti, Guido Mattia Gallerani. Alberto Bertoni, Alessandro Brusa, Eleonora Rimolo, Giorgiomaria Cornelio e diversi altri. Senza dimenticare l’importante appuntamento con il fotografo dei poeti Dino Ignani. Continua a leggere

La nuova poesia italiana

Poesia contemporanea. Quindicesimo quaderno italiano, Marcos y Marcos

Dario Bertini, Interno 3

La finestra rimane sempre aperta: l’istinto naturale
sarebbe di saltare o mettersi a pulirla:
se c’è neve è meglio
dare un nome alla paura, lasciare che qualcuno
provi ancora ad amarci: lei lo sapeva bene,
per questo ha messo Bach sotto la doccia –
l’acqua bollente riempie il bagno di vapore,
appanna i vetri: verso le quattro del pomeriggio
un merlo taglia l’aria, si posa sul terrazzo,
(il becco giallo, gli occhi come spilli): lei
qui si toglie la maglietta, la schiena
è bianca come un cielo polare; scrive col dito
sullo specchio una parola che scomparirà

*

Simone Burratti, Con il tempo i computer si stancano

Con il tempo i computer si stancano,
rallentano, la batteria interna
perde energia per il surriscaldamento.
Diventano più sporchi, meno
Maneggevoli, si convincono
che la sfiducia totale nei calcoli
sia una diversa forma di sapienza.
Analizzare il futuro li spaventa
come una volta li rendeva forti.
Con il tempo, con i modelli nuovi,
la sostituzione diventa necessaria;
e allora i loro dati si disperdono
tra foto e file word nelle cartelle
minuscole dei loro successori.

*

Linda Del Sarto, Il ricordo impazzisce

Il ricordo impazzisce.
Ci sono odori che
entrano dentro, smuovono
pianti e stringono
a tradimento il collo.
Ammaccano l’armonia dei visi.
Quel bacio, per esempio: elettrolisi
del mio danno
cerebrale – dal tatto al non
contatto tra sinapsi. È normale.
Perché non fu tanto l’arte
del rimbambire, una catarsi
quanto l’instupidire
per il troppo amarsi.

*

Emanuele Franceschetti, (Introitus)

La memoria coltiva la sua lingua.
Dal fondo si riversa un sillabario,
cose insepolte che ancora significano
dietro la soglia incerta del visibile.
C’è un nome che non puoi dimenticare:
i vivi e i morti restano indivisi
nell’equivoco del tempo lineare.
La vita si contamina, persiste.

*

Matteo Meloni, Seytes

Diventeranno pietraie le Alpi,
cambieranno colore.

Nell’aria secca volava un astore
e sulle alture guardingo
rastrellava le forre.

Verranno i segugi troveranno
il nascondiglio, una lingua
di neve tra le spire del ferro,
il grigio fumoso.

*

Francesco Ottonello, se vuoi provare a entrare

se vuoi provare a entrare
qui devi avere un motivo. trovalo
se sei ancora qui questo è l’unico
che conosci per comunicare

non parlo con nessuno. ti chiedi chi sei
è la domanda a essere sbagliata

ora immagina di sdraiarti. censura dimentica
ciò che hai letto sopra non era sopra. non c’è niente
vedi non c’è più niente. ora sei con me. come me. ora
ti ho convinto. è vero. forse. ti controllo
a quel forse ti aggrappi. ti tendo
vedo che vieni

*

Sara Sermini, Cardus

L’aria era irsuta e ispida
come i cardi che raccogliemmo.

Sotto la luna, vicino al cavalcavia,
i sacchi abbandonati dell’immondizia
erano cuscini colorati.

Vicino alla luna, tra le ortiche e il fango,
bisognava soltanto badare ad amare.

Poesia contemporanea. Quindicesimo quaderno italiano, Marcos y Marcos

Poesia contemporanea. Quindicesimo quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni, prefazioni di Antonella Anedda, Andrea De Alberti, Massimo Gezzi, Paolo Giovannetti, Franca Mancinelli, Guido Mazzoni, Fabio Pusterla, Marcos y Marcos 2021.

Jean-Luc Nancy, “Hymne stomique”

NOTA DI LUIGIA SORRENTINO

Lunedi 23 agosto 2021 la notizia della morte a Strasburgo a 81 anni di Jean-Luc Nancy, il grande filosofo francese discepolo di Jacques Derrida.

Jean-Luc Nancy  ha scritto opere indimenticabili tradotte In molti paesi del mondo.
Tra i suoi libri pubblicati in Italia, Essere singolare plurale, (Einaudi, 2001); La creazione del mondo (Einaudi, 2003); i due volumi di Decostruzione del cristianesimo (Cronopio, 2007-2012), Sull’amore (Bollati Boringhieri, 2009); Politica e essere con. Saggi, conferenze, conversazioni (Mimesis, 2013); Prendere la parola (Moretti&Vitali, 2013) e Noli me tangere (Centro ediotoriale Dedhoniano, 2015).

Con Nancy, uno dei maggiori protagonisti della discussione filosofica contemporanea, avevamo cominciato a scriverci con una certa regolarità da febbraio 2020, fino all’ aprile di quest’anno, e cioè da quando, in piena pandemia, avevo dato vita, sul blog, al progetto Catena Umana/Human Chain, un dialogo a più voci fra diverse discipline umanistiche nel tempo del Coronavirus. A prendere  la parola sulla “crisi globale” innescata dal Covid 19, il 29 maggio 2020, era stato proprio Jean-Luc Nancy, con un’intervista a me rilasciata pochi giorni prima.

Quest’anno, in una fredda mattina di gennaio,  Nancy mi inviò  per email un suo testo inedito scritto a dicembre 2020,  Hymne Stomique, che qui pubblico integralmente per la prima volta e in lingua originale.

E’ un testo di rara bellezza. Custodisce un mistero che ognuno potrà fare suo.

Unica indicazione per lettore che vorrà cimentarsi nella traduzione nei commenti del blog: la parola “stoma” deriva dal greco e significa “bocca”, qui da intendersi come “figlia del respiro“. La bocca per Nancy è il luogo dell’accadere, è l’esperienza del toccare, del toccarsi, è la nudità del mondo che non ha origine né fine.

 

HYMNE STOMIQUE

Jean-Luc Nancy, décembre 2020

 

Chant premier

Fille du Souffle et de la Chère,
père exhalé, mère absorbée
en toi par toi dans ta trouée
comme le veut l’ordre des choses
mâle aspiré dans les nuées,
femelle sucée avalée,

toi passage dedans dehors
en haut en bas et leurs mêlées,
leur brassage leur masticage
– Mastax fut de ta parenté –
toi la mêleuse la brouilleuse
souveraine des amalgames
amal al-djam’a al-modjam’a
ou malagma du malaxer
toujours l’un qui dans l’autre passe
en transmutation d’alchymie

toi la parleuse la mangeuse
la discoureuse la buveuse
la clameuse la dévoreuse

salut, Stoma commissures humides
rejointes disjointes
viande en logos, mythos en bave

salut, toi seule véritable
seule réelle dialectique !  Continua a leggere