Roberto Alperoli: “La poesia purifica la lingua, la salva”

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Roberto Alperoli

INTERVISTA di Guido Monti

Incontro Roberto Alperoli ideatore e direttore artistico di Poesia Festival Terre dei Castelli, uno degli eventi più riusciti per qualità e progettualità culturale che si tiene da dodici anni nel territorio emiliano. Ci sediamo in una trattoria di Modena molto nota vicino al teatro Storchi. La canicola del sole settembrino ci riporta in pieno agosto. I suoi occhi in attesa di domande, hanno quella vividezza e curiosità propria di quei bimbi al culmine della fanciullezza. Roberto nel tuo libro,“Il cielo di oggi”, di qualche hanno fa, in una poesia molto toccante dal titolo “La madre”, dici : “E’ tanto tempo/che non mi manchi più,/che non mi chiami; /eppure sei stata tu // la mano del mio principio, l’assunto abbagliante/del mio dolore; //…”. Ecco allora potrei girarti questa poesia in forma di domanda.

Come è maturata in te la decisione di creare questo festival nel 2005 assieme ai compagni del primo momento Alberto Bertoni e Paola Nava? Forse appunto perché la poesia la sentivi come mano del tuo principio e volevi però anche tenacemente mostrarla ad una comunità più ampia? Avevi intuito che questo territorio potesse avere in sé quel terreno di coltura per la crescita della pianta poetica?

Ho un lungo rapporto con la poesia, che fa parte della mia vita da sempre, direi. La leggo, la scrivo, la seguo nella sua dimensione pubblica. Il suo valore, la sua importanza – anche terapeutica – la sperimento (l’ho sperimentata) su di me, sulle persone che conosco. Anche sul valore pubblico, civile, etico della poesia rifletto da tempo. Soprattutto oggi che la lingua è stata colpita al cuore, che il linguaggio è un lungo, ininterrotto boato di frasi fatte, inerti, di parole caricaturali, senz’anima. La nostra è un’epoca di monotonia espressiva, spettacolare e rumorosa. La lingua è gridata nelle trasmissioni televisive, mortificata dalla pochezza della politica, massificata e banalizzata dal web, orfana dei comportamenti e dei modelli che, un tempo, ne sapevano custodire la vocazione civile. Il linguaggio della politica, poi, ne ha enfatizzato l’impotenza. Il dolore della lingua è proprio la sua inespressività. E nel frastuono e nell’impoverimento delle parole siamo tutti più poveri. Ecco, salvare la lingua, il bene pubblico della lingua, significa allora salvare noi stessi, le nostre emozioni e i nostri pensieri, che solo il linguaggio rende comprensibili e comunicabili. Ed è qui il valore della poesia, che si oppone a questo collasso perché è un ingrediente attivo del linguaggio, uno spazio per la propria identità. Purifica la lingua, rimette al mondo l’innocenza delle parole. Si oppone alla miseria individuale e alla miseria pubblica. Continua a leggere

Vivian Lamarque con “Madre d’inverno” vince il Premio Metauro 2016

vivianlamarqueIl Premio Letterario Metauro nasce nel 1994 ed è giunto quest’anno alla XXIII edizione. Attraverso la qualificata giuria tecnica individua tre significativi libri di poesia contemporanea, pubblicati in Italia nel biennio che precede l’edizione corrente. È sostenuto e promosso dall’Unione Montana Alto e Medio Metauro, Provincia di Pesaro e Urbino, Regione Marche, Presidenza del Consiglio Regionale, Biblioteca Comunale di Urbania dove ha sede la segreteria. Il presidente del premio è il poeta marchigiano Umberto Piersanti. Continua a leggere

Scuola di cultura e scrittura poetica 2016-2017

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Riprendono gli incontri della Scuola di cultura e scrittura poetica “SibillA”, patrocinata dal Comune di Civitanova Marche, dall’Assessore alla Cultura, in collaborazione con la Biblioteca Zavatti e i Teatri di Civitanova,  presso la Biblioteca comunale “S. Zavatti” di Civitanova Marche che si propongono di allargare la conoscenza della poesia con la pratica diretta dei testi e il dialogo e la frequentazione con poeti e critici.

Il primi due incontri del nuovo ciclo si terranno giovedì 27 novembre con il poeta e critico letterario Alessandro Moscè e il 18 dicembre  con il poeta e critico d’arte Francesco Scarabicchi. Continua a leggere

Alessandro Moscè , “Galleria del millennio”

galleria_del_Millenniodi Giulia Massini

Appena edito da Raffaelli Editore, Galleria del millennio raccoglie le riflessioni letterarie e le interviste che Alessandro Moscè (Ancona 1969) ha riservato alle opere di critici, poeti e narratori concentrate nel decennio 2004-2014, inedite o pubblicate su quotidiani come “Il Corriere Adriatico” e “Il Tempo” e su periodici come “L’Azione”, “Atelier”, “Poesia” e “Prospettiva”.

Proprio perché non programmatico, ma agito nel tempo, frutto di un lavoro quotidiano e corollario di una più ampia attività produttiva che ha visto Moscè attivo nel campo della narrativa e della poesia, oltre che su un lavoro critico orientato anche al progetto monografico e antologico, questo libro, aprendo una finestra sul mondo contemporaneo, ci svela anche un ritratto del suo autore, dei suoi temi privilegiati e di una poetica che orienta le varie forme del suo impegno. Continua a leggere

Il tema paterno nella poesia italiana del Novecento

padri_718Giovedì 17 marzo, ore 19.30, LABORATORIO FORMENTINI

PADRI: (il tema paterno nella poesia italiana del Novecento)1/2

a cura di Milo De Angelis

Come appare il personaggio paterno nei poeti del nostro tempo, come si manifesta il suo carattere, il suo insegnamento, la sua memoria, la sua mancanza, la traccia della sua parola: dodici autori – da Pascoli ai nostri giorni – scelti da Milo De Angelis e letti da Viviana Nicodemo. Continua a leggere